Il Mistero, in un pacco regalo
C’erano ancora un po’ di foglie sui rami quando si sono accese le prime luci di Natale. Lo fanno sempre più presto. E presto comincerà la litania di quelli che “il Natale autentico non è vetrine e di luci… Questo buonismo e questi sorrisi solo a Natale…”
Lo diceva, molto più profondamente, Pierpaolo Pasolini mezzo secolo fa: “La tradizione dei presepi e degli alberi di Natale, deve essere abolita da una Chiesa che voglia sopravvivere nel mondo moderno. Come festa pagana-neocapitalistica il Natale sarà comunque sempre atroce.”
Da un’altra parte la psicologia ha scovato perfino la sindrome del Grinch, “caratterizzata da una resistenza o vera e propria avversione al clima festoso tipico del periodo natalizio.” Chi ne è affetto può mostrare una variegata gamma di risposte emotive: dalla semplice indifferenza a sentimenti più intensi di malinconia, disagio, ansia, isolamento, rabbia e frustrazione quando si avvicina il Natale.
Noi non siamo psicologi. E non abbiamo la radicalità di analisi di Pasolini. Ascoltiamo, guardiamo, leggiamo tutti. E tentiamo di restare avvertiti sui rischi del consumismo e del sentimentalismo. Però quest’atmosfera di luci e semplice allegria non ci scandalizza. Sappiamo che il mondo non è un presepe. Sappiamo che per qualcuno il Natale sarà, forse, solo una piccola candela in un rifugio buio nei sotterranei di Kiev o tra le macerie di Gaza o nella navata di una chiesa bruciata in Sudan.

Facciamo nostri i versi di Alda Merini:
“Un mitico bambino
che viene qui nel mondo
e allarga le braccia
per il nostro dolore.”
E ci rallegriamo di un sorriso o di una carola.
Il Mistero può servirsi anche di un pacco regalo per raggiungerci. Nell’aprirlo, il rumore della carta non riuscirà a coprire il lamento che si alza da molti angoli del mondo, non riempirà il silenzio di chi non ha voce o speranza per chiedere vita e libertà.
Quel pacco aperto, il sorriso che lo accompagna, le lucine intermittenti che lo circondano potrebbero essere, nella loro semplicità, il rinnovato inizio di cui abbiamo bisogno.
“Questo considerate
Questo: ci trascinammo per tutta quella strada
Per una Nascita o per una Morte? Vi fu una Nascita, certo,
Ne avemmo prova e non avemmo dubbio. Avevo visto nascita e morte
Ma le avevo pensate differenti; per noi questa Nascita fu
Come un’aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte.
Tornammo ai nostri luoghi, ai nostri Regni,
Ma ormai non più tranquilli, nelle antiche pratiche,
Fra un un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.
Io sarei lieto di un’altra morte.”
(Thomas S. Eliot, Il viaggio dei Magi)
Buon Natale.

